Il territorio di Sant’Agata de’ Goti è attraversato in parte dall’acquedotto Carolino (patrimonio UNESCO), che si snoda, per lo più interrato, per una lunghezza di 38 chilometri circa per giungere fino alla Reggia di Caserta. Dalla località Longano, del comune di Sant’Agata de’Goti, percorrendo circa 5 km e ammirando alcuni “torrini”, si giunge al terzo ordine di arcate dei “Ponti di Valle”, la parte visibile e più famosa dell’acquedotto. Tra i prodotti tipici di eccellenza, spiccano la Mela Annurca, da molti definita la regina delle mele, i vini Falanghina e Aglianico e l’olio extravergine d’oliva. Con i prodotti del territorio, si realizzano poi le ‘nfrennule, tarallucci dalla consistenza e dal sapore unici. Il vaso di Assteas, noto anche come il cratere di Assteas, è un antico vaso greco a figure rosse risalente al periodo classico del V secolo a.C. Questo vaso è famoso per la rappresentazione di una delle storie più note della mitologia greca, il mito del ratto di Europa. Il vaso fu rinvenuto nella necropoli sannitica di Sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento, da un operaio nel corso di alcuni lavori alla rete fognaria negli anni Settanta. Dopo essere stato venduto dall’operaio al mercato nero per un milione di lire ed un maialino, passò per il mercato antiquario e nel 1981 fu acquistato dal Paul Getty Museum di Malibu, in California, per 380.000 dollari. Nel 2005 il cratere è stato finalmente restituito all’Italia grazie a complesse indagini investigative condotte dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale; da allora è stato esposto al Museo Archeologico Nazionale di Paestum e ospitato in sedi prestigiose, come il Palazzo del Quirinale e l’UNESCO di Parigi e poi per alcuni mesi anche a Sant’Agata dei Goti. Oggi è possibile ammirare stabilmente il celebre cratere di Assteas nel Museo Archeologico Nazionale Caudino di Montesarchio.
Ogni anno nelle chiese della penisola fra Natale e l’Epifania si canta “Tu scendi dalle stelle”. Non tutti i fedeli però sanno che il più popolare motivo natalizio italiano non è altro che la versione della napoletana “Quanno nascette Ninno”, composta nel 1754 da sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Egli fu un grande santo ma anche un notevole musicista e proprio sant’Alfonso, dottore della Chiesa e fondatore della congregazione redentorista, fu vescovo di Sant’Agata de’ Goti dal 1762 al 1775.
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